MUSEO DI ARTE SACRA DI SAN FRANCESCO
Il convento di San Francesco ospita, dal settembre 2002, il Museo di Arte Sacra di Greve in Chianti, con annesso un centro di documentazione sull'arte sacra del Chianti, che informa i visitatori sulle principali opere contenute nelle chiese e nelle pievi del territorio, costituenti nel loro insieme il cosiddetto "museo diffuso".
Anche la collezione di arte sacra, inserita in questo contesto, rientra nella volontà di testimoniare l'identità storica e culturale del Chianti fiorentino, attraverso l'esposizione di opere e manufatti provenienti dalle chiese del territorio.
Nel dicembre 2004 è stata inaugurata una sezione archeologica che raccoglie i reperti rinvenuti nel corso degli scavi di indagine archeologica condotti nella zona.
La sezione archeologica, composta attualmente da tre vetrine delle quali una dedicata ai materiali provenienti dal Castellaccio di Lucolena, una a quelli della Torre di Monte Moggino e di Poggio Fontanaccia ed una a quelli di Poggio della Noe, occuperà nei prossimi mesi una apposita ala del Museo, attualmente in fase di restauro.
L'attuale collezione riguarda per lo più reperti ceramici da mensa nonché oggetti di uso quotidiano che tracciano un percorso ideale che va dalla proto-storia fino ai primordi del rinascimento.
Il percorso museale è scandito dalle tre sezioni tematiche principali: dipinti e sculture, oreficerie e arredi sacri dal XIV al XIX secolo, e paramenti di manifattura toscana dei secoli XVI - XVIII, di varia tipologia e provenienza.
Nella cappella sono da segnalare l' Annunciazione, una tavola trecentesca proveniente dalla Chiesa di Santa Croce a Greve, una Madonna col Bambino tra i Santi Bartolomeo e Francesco di Francesco Granacci, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Cintoia, una Madonna col Bambino tra i Santi Antonio Abate e Lucia, del primo Cinquecento, proveniente dalla Chiesa di San Martino a Sezzate, ed un bassorilievo in marmo del XV secolo raffigurante San Francesco, proveniente dalla Chiesa di San Pietro a Sillano.
Ha mantenuto, invece, la sua posizione originale sopra l'altare dell'oratorio l'opera forse più importante dell'intera raccolta, ovvero il grande gruppo in terracotta policroma raffigurante il Compianto sul Cristo morto, composto da sette statue e circondato da una cornice con ghirlande di fiori e frutta. Dopo i recenti restauri l'opera è stata avvicinata allo stile di Baccio da Montelupo.
La sagrestia, insieme ai paramenti sacri, ospita altre interessanti opere: una preziosa e rara Croce reliquiario in cristallo di rocca di Bottega Veneziana, della seconda metà del Trecento, un vetro dipinto raffigurante San Silvestro del secolo XVI della Bottega dei Frati Gesuati, inserito nella struttura di un piccolo confessionale, ed un dipinto ovale della seconda metà dell'Ottocento raffigurante la Vergine Assunta.
Al primo piano si trovano poi altre preziose opere, come la Vergine Assunta fra i Santi Lucia e Antonio da Padova di Francesco Curradi, la Madonna del Rosario e Santi di Francesco Boldrini, la Santa Rosa attribuita a Michele Gordigiani, una Pace in avorio intagliato, dipinto e dorato e legno intarsiato della Bottega degli Embriachi, e una scultura della Madonna col Bambino in stucco dipinto, attribuita a Nanni di Bartolo.
Recentemente è stata ampliata la terrazza panoramica del museo che ospita numerosi eventi culturali nell'arco della stagione estiva.
LA PIAZZA DEL MERCATO A GREVE
La piazza, oggi dedicata a Giacomo Matteotti, dalla caratteristica forma a imbuto, è stata chiamata per secoli il "Mercatale a Greve", perché il luogo di mercato, ubicato sul fondovalle, in prossimità del corso d'acqua della Greve e del tracciato della via Cassia che univa Firenze a Siena, costituiva una sorta di punto di raccolta per la popolazione di molti villaggi e castelli della zona (Monteficalle, Montegonzi, Uzzano, etc.).
La prima notizia sicura su questo mercatale è del 4 marzo del 1300, ma si pensa che sia nato addirittura durante il XIII secolo. Verso il 1363, durante la peste, vi fu anche l'invasione delle truppe mercenarie di Alberico da Barbiano, condottiero al soldo di Gian Galeazzo Visconti, le quali nel 1397, come scrive Scipione Ammirato, saccheggiarono "il Mercatale a Greve e tutte le vicine contrade". Nel luglio del 1773 Pietro Leopoldo I viaggiò da Firenze a Siena passando per il Chianti e descrisse così Greve nei suoi taccuini: "… il luogo è grande e pulito con una bella piazza. A Greve vi è ogni sabato un grosso mercato di bestiami e grasce (generi alimentari di varia natura). I terreni di quelle colline ed il piano lungo la Greve sono ottimi e fertili".
IL CASTELLO DI MUGNANA
Mugnana rappresenta il caso tipico di trasformazione di un castello, inteso come villaggio fortificato (dotato anche di una chiesa parrocchiale, intitolata a San Donato), in residenza privata monofamiliare, dal momento in cui, nel corso del XIV secolo, le sue strutture, insieme a quelle del dirimpettaio Castello di Sezzate entrarono a far parte del patrimonio della famiglia fiorentina dei Bardi, ai quali è stata attribuita (forse erroneamente) la torre, alta in origine circa 60 metri e poi ridotta per motivi militari (l'avvento delle armi da fuoco rendeva proibitive queste altezze), e l'attuale cortina muraria di notevoli dimensioni, ma tutte preesistenti al XIV secolo.
Mugnana subì danni nel corso dell'assedio di Firenze (1530) ed anche nel 1896, quando un terremoto causò la distruzione della parte alta del cassero, riducendo ulteriormente l'altezza della torre.
Nonostante i vari interventi di ristrutturazione e di restauro che hanno adattato molte strutture interne ad un gusto "medievale" ottocentesco, è ancora oggi possibile identificarvi alcune tracce di interventi costruttivi che interessarono sia le mura sia la torre. Intorno al portale di accesso in pietra serena molto rimaneggiato, ad esempio, il paramento murario è caratterizzato dalla presenza di una serie di pietre di medie dimensioni di alberese con tonalità rossastra, che daterebbero al pieno XIII secolo l'edificazione di questa cortina muraria.
La tipologia del paramento della torre sembra piuttosto simile a quella della cinta e, in effetti, il suo perimetro e la presenza di alcune aperture su tutte e quattro le facciate dell'edificio con archi a sesto leggermente ribassato in arenaria, datano la struttura almeno alla seconda metà del Duecento, mentre la merlatura delle mura ed il ballatoio ad esse connesso nella parte alta, sono frutto di un rimaneggiamento recente, probabilmente ottocentesco.
Assai suggestivo è infine il cortile del palazzo, chiuso da ben tre corpi di fabbrica tra i quali un loggiato con pilastri poligonali in pietra serena che sorreggono una muratura molto regolare, costituita da pietre che potrebbero essere databili alla prima metà del Duecento ed un altro con volte a crociera in laterizio ricostruito con tipico gusto ottocentesco.
IL CASTELLO DI SEZZATE
Sezzate presenta alcuni dei caratteri tipici di un castello medievale: in primo luogo, la sua posizione all'imbocco di una valle ne giustifica l'esistenza sul piano militare; inoltre è costituito da due nuclei: uno destinato alla residenza dei signori ("cassero"), l'altro alla popolazione concentrata nel villaggio circondato da mura che aveva una chiesa parrocchiale dedicata a San Martino. Degne di nota sono alcune arciere (feritoie lunghe e strette per permettere il tiro con l'arco) recentemente ripristinate insieme ad alcune buche pontaie (alloggiamenti nel paramento destinati a sostenere dei ponteggi in legno).
PALAZZO COMUNALE
L'imponente palazzo municipale, in stile neorinascimentale, si affaccia sull'antica piazza del mercatale piazza del mercatale, sul lato opposto rispetto alla Chiesa di Santa Croce . L'attuale palazzo sorge sui resti del vecchio palazzo pretorio, la cui costruzione fu iniziata nel 1485 e terminata nel 1489: di questo vecchio edificio non abbiamo notizie rilevanti tranne la sua destinazione presunta a sede della Lega della Val di Greve che dipendeva dall'omonima Podesteria.
Al di sopra di questo edificio fu costruito il nuovo palazzo comunale che fu iniziato nel 1894 e terminato alla fine del 1895. L'amministrazione vi si insediò per la prima volta il 24 gennaio del 1896, come si può leggere sulla lapide presente nel corridoio d'ingresso.
Il progetto fu dell'Ing. Carlo Baglioni il quale scelse come stile di rivestimento del palazzo il "bugnato", in omaggio ai noti palazzi rinascimentali fiorentini, e come materiale di rivestimento della facciata la pietra arenaria, probabilmente proveniente dalla vicina cava di Caprolo.
Sempre nell'ingresso del palazzo si possono osservare gli stemmi della Podesteria della Lega della Val di Greve, databili dalla fine del 1400 al 1700 e le quattro lapidi commemorative dei cittadini del comune caduti durante la guerra italo-abissina, la guerra italo-turca e le due guerre mondiali.
CHIESA DI SANTA CROCE A GREVE
Situata sulla piazza principale del paese, la Chiesa di Santa Croce sorge sul luogo dove si trovava una piccola cappella medievale, demolita all'inizio del secolo scorso per far posto alla nuova costruzione. L'edificio, a tre navate con abside semicircolare, fu eretto in forme neorinascimentali fra il 1833 ed il 1835 su progetto dell'architetto Luigi de Cambray-Digny (la decorazione del soffitto è una citazione diretta della Chiesa di Santo Spirito a Firenze).
Al suo interno si conservano opere di pregio, fra le quali un trittico di Bicci di Lorenzo raffigurante la Madonna col Bambino e Santi (prima metà del XV secolo), e una elegante ceramica invetriata neoclassica raffigurante la Sacra Famiglia.
PIEVE DI SAN LEOLINO A PANZANO
Affacciata sulla via Chiantigiana, a poco più di un chilometro dal Castello di Panzano, la Pieve di San Leolino (a cui si accede attraverso una strada introdotta da un elegante tabernacolo seicentesco recentemente restaurato) è ricordata fin dal X secolo, e si presenta oggi nelle forme romaniche con cui venne ricostruita nella prima metà del XII secolo.
La facciata, nella forma attuale a capanna, è preceduta da un porticato rinascimentale su colonne di arenaria di ordine tuscanico eretto nel XV secolo, quando la pieve divenne patronato dell'Ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova.
L'interno, a tre navate scandite da archi sorretti da pilastri quadrangolari, custodisce un ricco patrimonio di opere d'arte, tra le quali un dossale duecentesco attribuito a Meliore rappresentante la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo, un trittico trecentesco rappresentante la Madonna col Bambino e lo sposalizio mistico di Santa Caterina tra i Santi Paolo e Pietro del Maestro di Panzano, un polittico raffigurante la Madonna col Bambino e Santi eseguito da Mariotto di Nardo nel 1421, e due tabernacoli in terracotta invetriata del XVI secolo ascrivibili a Giovanni della Robbia.
Pregevole il Battistero, con un affresco (restaurato) di Raffaellino del Garbo raffigurante il Battesimo di Cristo; da notare, infine, l'organo, firmato da Demetrio Bruschi (1889).
CASTELLO DI VERRAZZANO
Il castello, che dall'alto di una collina domina un magnifico panorama sulla Val di Greve, ebbe probabilmente origine da un insediamento romano. Appartenuto alla famiglia del grande navigatore Giovanni da Verrazzano, all'epoca della fondazione doveva essere abbastanza piccolo, stretto intorno ad un'unica torre centrale di costruzione tardo romanica.
Da castello venne poi trasformato in fattoria e villa padronale e dopo il ripristino ottocentesco ha recuperato l'aspetto scenografico di edificio turrito, ingentilito da un elegante giardino all'italiana.